L'avvocato risponde: immobile ereditato

Immobile ereditato: si può vendere anche in caso disaccordo tra gli eredi?

Accade di frequente che a seguito dell’eredità di un bene immobile, gli eredi si trovino in disaccordo sulla gestione ordinaria del bene stesso e si confrontino se abitarlo direttamente, concederlo in locazione o venderlo.

Tale divergenza spesso trae origine dal fatto che mentre per un erede il bene immobile ha un valore affettivo o può essere visto come una fonte di reddito (utilizzo diretto o locazione), per un altro erede può rappresentare solo una mera fonte di spese.

A questo punto, per risolvere le incomprensioni è necessario sciogliere la comunione ereditaria che si è venuta a creare con l’accettazione dell’eredità.

Per fare ciò, le possibili soluzioni sono essenzialmente le seguenti:

1) acquisto della quota ereditaria da parte dell’altro erede che diviene così esclusivo proprietario del bene;

2) vendita della quota dell’immobile ereditato ad un terzo nel rispetto del diritto di prelazione spettante all’altro erede;

3) vendita dell’intero bene immobile ad un terzo e ripartizione del ricavato tra gli eredi secondo le rispettive quote ereditarie;

4) procedimento giudiziale di divisione immobiliare (artt. 713 c.c. e 784 c.p.c.);

In conclusione, se non si può percorrere la prima soluzione perché nessun edere è interessato o non ha le risorse per acquistare la quota ereditaria altrui, si può accedere con la vendita della quota ad un terzo, o addirittura con la vendita dell'intero immobile: quest'ultima ipotesi presuppone però l'accordo di tutti gli eredi che ad esempio possono conferire un mandato a vendere a un’agente immobiliare abilitato.

Qualora si sia invece in presenza di un disaccordo insanabile, l'unica soluzione sarà il giudizio di divisione davanti al Tribunale, preceduto obbligatoriamente da una procedura di mediazione così come previsto per legge.

 

Avv. Davide Bozzoli